Indicatori ESG: guida ai parametri fondamentali per fondi e società di gestione
Scopri i principali indicatori ESG utilizzati da fondi e gestori: 45 parametri per misurare ambiente, sociale e governance con rigore
Perché gli indicatori ESG contano per fondi e asset manager
Gli indicatori ESG rappresentano ormai molto più di un linguaggio di moda. Per fondi d’investimento e società di gestione, sono metriche concrete che consentono di valutare e monitorare i rischi “extra-finanziari” — ambientali, sociali, di governance — delle partecipate.
In pratica: se un’azienda è forte sul fattore governance ma debole su impatto ambientale o diversità, quel “gap” può diventare un elemento critico anche per la redditività. Va detto che la vera differenza la fa la qualità del dato e la scelta degli indicatori, non solo la quantità.
Cosa s’intende per “indicatore ESG”
Un indicatore ESG è un dato — quantitativo o qualitativo — che misura e confronta la performance di un soggetto su uno dei tre ambiti: ambiente, sociale, governance.
Può riguardare l’azienda, un fondo, l’intero portafoglio di partecipazioni. L’essenziale è che permetta:
- una rilevazione nel tempo;
- un confronto (interno o esterno);
- una base per definire obiettivi o miglioramenti.
Indicatori ambientali: i “numeri” che parlano
Tra i 15 principali indicatori ESG ambientali vanno ricordati: emissioni di gas serra (Scope 1, 2 e 3), consumo energetico, intensità energetica, consumo d’acqua, produzione di rifiuti, biodiversità.
Esempi chiave
- Emissioni di GHG: tonnellate di CO₂ equivalente, suddivise per ambito.
- Intensità energetica: MWh per unità di fatturato o per euro investito.
- % di allineamento alla Tassonomia europea: quanto delle attività è “eligibile” o “allineata” secondo criteri ambientali. In sostanza: non basta dire “abbiamo consumato meno”. Serve poter dimostrare quanto, rispetto a cosa, e con quale trend.
Indicatori sociali: ‘persone’ e rapporti in primo piano
Sempre 15 indicatori riguardano l’ambito sociale: turn-over del personale, parità salariale, quote di donne nei vari ruoli, contratti precari, condizioni di lavoro, diversità & inclusione.
Elementi da tenere d’occhio
- Tasso di turnover (%): utile ma va interpretato – un alto turnover può significare crescita (positiva) o instabilità (negativa).
- Divario retributivo uomo/donna: non è solo questione etica, ma anche di rischio reputazionale e manageriale.
- Contratti a termine, collaborazioni intermittenti: indicatore della “struttura” del lavoro, molto rilevante per settori “maturi”.
Indicatori di governance: trasparenza, controllo, struttura
Il terzo gruppo di 15 indicatori riguarda la governance: composizione degli organi, indipendenza degli amministratori, politiche remunerative legate agli ESG, trasparenza fiscale, lotta alla corruzione.
Alcuni esempi concreti
- Numero (o % ) di amministratori indipendenti nei CdA non-esecutivi.
- Politica di remunerazione che include obiettivi ESG come parte variabile.
- Adesione a iniziative internazionali o certificazioni (es: United Nations Global Compact, Climate Action 100+).
Come scegliere gli indicatori ESG giusti
Non basta “prendere i 45 tutti quanti” e sperare che vadano bene. Occorre selezionarli seguendo alcune regole pratiche:
- Contestualizzazione: attività, dimensione, geografia dell’azienda o del fondo. Un’industria manifatturiera non avrà gli stessi indicatori di una società di servizi.
- Materialità: scegliere gli indicatori che realmente contano per l’attività e per gli stakeholder.
- Data availability: se non si raccolgono i dati, l’indicatore resta vuoto. Perciò serve un buon sistema di raccolta.
- Comparabilità e benchmark: per capire come ci si colloca rispetto al mercato o al settore.
Qual è il valore per investitori e gestori?
Per fondi e società di gestione, gli indicatori ESG offrono strumenti per:
- valutare e selezionare partecipate;
- monitorare nel tempo la qualità del portafoglio;
- comunicare agli stakeholder in modo credibile. Va però detto: non sono una garanzia di performance finanziaria (anche se alcune evidenze suggeriscono correlazioni). In breve: gli indicatori ESG ben selezionati creano un linguaggio comune tra management, investitori e parti interessate — e possono prevenire sorprese oppure aiutare a cogliere opportunità.
Limiti e caveat della misurazione
Scegliere bene è solo metà del lavoro. La misurazione degli indicatori ESG comporta rischi e limiti:
- Dati incompleti o non comparabili.
- Differenti definizioni tra paesi/settori: ciò che è “inclusione” in un contesto può significare un’altra cosa in un altro.
- Relazione tra indicatore e performance finanziaria non sempre lineare.
- Se un indicatore viene seguito solo “per facciata”, rischia di diventare un elemento formale e non operativo.
FAQ
D: Qual è la differenza tra indicatore ESG e punteggio ESG?
R: Un indicatore ESG è una metrica specifica (es. emissioni di CO₂ per unità di fatturato). Un punteggio ESG è spesso il risultato aggregato di molti indicatori, spesso normalizzato e utilizzato per il confronto.
D: Possono gli indicatori ESG influenzare l’allocazione degli investimenti?
R: Sì — gli investitori li usano come filtro o come base di monitoraggio. Per esempio, un fondo può decidere di investire solo in aziende con un certo “allineamento” ad indicatori ambientali o sociali.
Se la tua organizzazione (o il tuo fondo) vuole superare la “rendicontazione obbligata” e trasformare gli indicatori ESG in strumenti con significato concreto, è il momento di passare all’azione: seleziona pochi indicatori rilevanti, definisci la raccolta, imposta il benchmark e monitora con rigore.
Indicatori ambientali (E) — 15
| Indicatore | Descrizione sintetica |
|---|---|
| Emissioni GHG Scope 1 | Emissioni dirette generate dalle attività dell’azienda. |
| Emissioni GHG Scope 2 | Emissioni indirette legate all’energia acquistata. |
| Emissioni GHG Scope 3 | Emissioni indirette della catena del valore a monte e a valle. |
| Intensità di emissioni | Emissioni rapportate a fatturato, produzione o investimenti. |
| Consumo energetico totale | Energia complessiva consumata in un anno. |
| Energia da fonti rinnovabili (%) | Quota di energia verde sul totale. |
| Intensità energetica | Consumo energetico per unità economica (es. MWh/€ mln). |
| Consumo idrico totale | Acqua prelevata da tutte le fonti. |
| Intensità idrica | Consumo idrico per prodotto, dipendente o fatturato. |
| Produzione totale di rifiuti | Rifiuti generati nell’anno. |
| Rifiuti riciclati (%) | Percentuale di rifiuti avviati a recupero. |
| Impatto su biodiversità | Interferenze su ecosistemi, habitat, suolo. |
| Utilizzo di sostanze pericolose | Presenza e gestione di compound a rischio. |
| Emissioni atmosferiche non GHG | NOx, SOx, particolato e altri inquinanti. |
| Allineamento alla Tassonomia UE | % di attività eleggibili e allineate ai criteri europei. |
Indicatori sociali (S) — 15
| Indicatore | Descrizione sintetica |
|---|---|
| Dipendenti totali | Forza lavoro complessiva. |
| Tasso di turnover | Percentuale di ingressi/uscite nell’anno. |
| Parità retributiva | Differenziale retributivo uomo/donna. |
| Diversità di genere nei ruoli chiave | Donne in posizioni apicali o di responsabilità. |
| Livello di formazione annua | Ore medie di formazione per dipendente. |
| Infortuni sul lavoro | Numero e gravità degli incidenti registrati. |
| Tasso di assenteismo | Giorni persi per malattia o altre cause. |
| Contratti stabili (%) | Percentuale di contratti a tempo indeterminato. |
| Welfare aziendale | Iniziative e servizi offerti ai dipendenti. |
| Politiche di inclusione | Programmi su D&I, disabilità, pari opportunità. |
| Relazioni industriali | Presenza di sindacati e contrattazione collettiva. |
| Customer satisfaction | Misure di qualità percepita dai clienti. |
| Impatti sulla comunità | Progetti sociali e rapporti con il territorio. |
| Fornitori controllati ESG (%) | Screening ESG nella supply chain. |
| Diritti umani nella catena del valore | Procedure e audit sulle violazioni. |
Indicatori di governance (G) — 15
| Indicatore | Descrizione sintetica |
|---|---|
| Composizione del CdA | Struttura, età, competenze, diversità. |
| Amministratori indipendenti (%) | Quota di membri indipendenti. |
| Separazione CEO/Chairman | Distinzione o cumulo delle cariche. |
| Remunerazione legata a ESG | Parte variabile collegata a obiettivi ESG. |
| Politiche anticorruzione | Presenza e applicazione di procedure interne. |
| Segnalazioni whistleblowing | Sistemi e numero di segnalazioni ricevute. |
| Trasparenza fiscale | Completezza delle informazioni su imposte e sedi. |
| Struttura proprietaria | Qualità e concentrazione degli azionisti. |
| Presenza di audit interni | Funzioni di controllo interno attive. |
| Audit ESG esterni | Revisione indipendente dei dati ESG. |
| Gestione dei rischi | Mappatura e monitoraggio dei rischi materiali. |
| Etica aziendale | Codici, procedure disciplinari, formazione. |
| Adesione a standard internazionali | UN Global Compact, PRI, ISO, ecc. |
| Privacy e cybersecurity | Sistemi di protezione dati e incidenti segnalati. |
| Relazione con gli stakeholder | Modalità e frequenza del dialogo formale. |
Scarica il file di tutti i 45 indicatori ESG divisi in tre fogli logici (E, S, G) all’interno di un’unica tabella strutturata, perfetta per: uso interno per benchmark e materialità, reporting aziendale, rendicontazione CSRD, caricamento su piattaforme ESG, uso interno per benchmark e materialità.
