Provare scarpe con AI: Google Shopping trasforma il divano in un camerino

Provare scarpe con AI su Google Shopping: guarda come ti stanno senza alzarti dal divano. Ecco come funziona davvero il nuovo try-on virtuale.

Da “vedo la foto” a “mi ci vedo davvero”

Comprare scarpe online è sempre stato un azzardo: foto perfette, piede imperfetto.

Ora Google ha deciso di cambiare il gioco, introducendo su Google Shopping una funzione che consente di provare virtualmente le scarpe con l’intelligenza artificiale.

Basta un click sul pulsante “Try it on” per vedere come un paio di sneaker o stivali appaiono addosso a te, con luci e proporzioni realistiche. Non serve nemmeno caricare la foto dei tuoi piedi: l’algoritmo li ricostruisce automaticamente da una foto intera, creando una simulazione visiva sorprendentemente credibile.

Non è realtà aumentata, non ancora: è un sistema di visione artificiale che “immagina” come ti starebbero quelle scarpe, mescolando machine learning e grafica 3D.

Semplice da usare, ma dietro c’è una complessità tecnologica notevole.


Come funziona il try-on virtuale di Google

La funzione è un’estensione di quella già attiva per vestiti e accessori.

Il sistema analizza la tua figura, genera un modello 3D dei piedi coerente con le proporzioni del corpo e vi applica sopra la scarpa scelta, adattandone colore, texture e ombreggiatura.

Le fasi principali:

  • Analisi della postura e delle proporzioni nella foto caricata
  • Generazione del modello digitale coerente con i tuoi piedi
  • Inserimento dinamico della scarpa selezionata, con gestione prospettica
  • Rendering finale in tempo reale con luci e dettagli realistici

Il risultato non è un rendering perfetto, ma funziona: dà una percezione molto più precisa rispetto alle semplici foto di prodotto.

Google afferma che i test preliminari hanno ridotto del 20% i resi “per motivi estetici”.


Perché interessa (anche) chi vende

Per i brand e i retailer questa funzione è una svolta silenziosa.

Chi ha asset 3D di alta qualità vedrà le proprie scarpe rendere meglio. Chi non li ha, dovrà correre ai ripari.

Significa digitalizzare i prodotti, uniformare le immagini, fornire modelli tridimensionali accurati.

Un costo, certo, ma anche un biglietto d’ingresso per restare visibili su Google Shopping, che diventa sempre più “vetrina immersiva” e meno semplice motore di comparazione prezzi.

C’è poi il tema dei dati visivi: ogni interazione con il sistema genera informazioni su gusti, stili, taglie, abbinamenti.

Un tesoro di insight che Google potrà sfruttare per suggerimenti, pubblicità e magari… previsioni di tendenza.


Le domande giuste da farsi

Non tutto luccica.

  • La privacy è davvero tutelata? Anche senza “foto dei piedi”, la ricostruzione biometrica è un dato sensibile.
  • Chi controlla la neutralità algoritmica di un sistema che decide come appaiono corpi e proporzioni?
  • E quanto diventa vincolante per i piccoli negozi dover entrare nell’universo 3D di Google per non sparire?

Sono domande tutt’altro che teoriche.

In un settore che vive di estetica e percezione, la linea fra aiuto all’acquisto e manipolazione visiva è sottile.


Un passo avanti, non la destinazione

Va detto: il “provare scarpe con AI” non sostituirà l’esperienza fisica.

Ma riduce la distanza psicologica fra vetrina digitale e camerino reale.

E mentre noi guardiamo i nostri piedi virtuali, Google accumula nuovi tasselli per un e-commerce sempre più predittivo.

Per chi lavora nel retail o nella consulenza digitale, è il segnale che la partita dell’AI non si gioca più solo nei motori di ricerca, ma dentro le immagini, nei pixel che decidono se un prodotto “ci sta bene addosso”.


FAQ

Come fa Google a generare l’immagine senza foto diretta dei piedi?

Utilizza modelli di visione artificiale che ricostruiscono forma e posizione a partire da una foto intera del corpo, poi applicano le scarpe digitalmente.

Dove è già disponibile la funzione di prova scarpe AI?

Negli Stati Uniti e in fase di estensione a Canada, Giappone e Australia. L’arrivo in Europa è previsto nei prossimi mesi.


Fonti di approfondimento

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