Registro Influencer AGCOM, giovane content creator si scatta un selfie mostrando un capo d’abbigliamento con etichetta durante la creazione di contenuti social.

È arrivata la regolamentazione degli influencer

Registro Influencer AGCOM: una svolta epocale nel digital marketing?

Il Registro Influencer AGCOM: alba di una nuova era normativa per i content creator

Nel contestso del marketing digitale italiano è in atto una trasformazione abbastanza attesa. Con l’attivazione del registro ufficiale degli influencer da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), avvenuta il 6 novembre 2025, si apre un nuovo capitolo nella regolamentazione di un settore che, fino ad oggi, ha operato in una sostanziale zona grigia normativa. Peraltro, Francia, Stati Uniti e persino la Cina hanno già introdotto in diversa misura regole e codici di condotta al riguardo

Questa iniziativa rappresenta molto più di una semplice procedura burocratica: è il riconoscimento formale di una professione che muove miliardi di euro a livello globale e che influenza quotidianamente le decisioni di acquisto e i comportamenti di milioni di consumatori.

Il quadro normativo: dalle linee guida all’operatività

Il percorso che ha condotto all’istituzione di questo registro è stato lungo e articolato. La Delibera n. 197/25/CONS, pubblicata lo scorso 5 agosto, ha posto le basi per un sistema di regole chiare e vincolanti, estendendo agli influencer “rilevanti” l’applicazione di specifiche disposizioni del Testo Unico sui Servizi Media Audiovisivi.

La definizione di “influencer rilevante” rappresenta il fulcro di questa normativa. AGCOM ha stabilito due soglie alternative: il raggiungimento di almeno 500.000 follower su una piattaforma social, oppure una media di un milione di visualizzazioni mensili. Questi parametri, calcolati rispettivamente nei 30 giorni e nei 6 mesi precedenti la registrazione, identificano quei content creator la cui influenza è tale da richiedere maggiori garanzie e responsabilità.

Le implicazioni economiche e professionali

L’istituzione del registro segna un punto di non ritorno nella professionalizzazione del settore. Gli influencer non possono più essere considerati semplici “appassionati” che condividono contenuti sui social media, ma veri e propri operatori economici con responsabilità precise verso il pubblico e le autorità di controllo.

Questa evoluzione comporta conseguenze significative sul piano fiscale, contributivo e contrattuale. La registrazione all’elenco AGCOM potrebbe diventare un prerequisito fondamentale per accedere a determinate opportunità commerciali, creando di fatto una distinzione tra professionisti certificati e operatori informali. Le aziende stesse potrebbero prediligere collaborazioni con influencer registrati, considerandoli partner più affidabili e conformi alle normative.

La tutela del consumatore al centro della riforma

Uno degli aspetti più rilevanti di questa regolamentazione riguarda la protezione dei consumatori, con particolare attenzione ai soggetti vulnerabili come i minori. Il codice di condotta imposto agli influencer rilevanti introduce obblighi stringenti in materia di trasparenza pubblicitaria, veridicità dei contenuti e responsabilità sociale.

La necessità di dichiarare esplicitamente le collaborazioni commerciali, già prevista dal Codice del Consumo e dalle linee guida dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, trova ora un ulteriore rafforzamento. Gli influencer dovranno garantire che ogni contenuto sponsorizzato sia chiaramente identificabile, eliminando quella zona d’ombra tra opinione personale e promozione commerciale che ha caratterizzato per anni il settore.

I problemi dell’implementazione e del controllo

L’effettiva applicazione di queste norme presenta sfide non trascurabili. Il monitoraggio costante di migliaia di contenuti pubblicati quotidianamente richiederà risorse significative e probabilmente l’implementazione di sistemi automatizzati di controllo basati sull’intelligenza artificiale.

Inoltre, la natura transnazionale delle piattaforme social pone interrogativi sulla giurisdizione e sull’applicabilità delle sanzioni. Come gestire influencer italiani che operano su piattaforme estere? E come regolamentare content creator stranieri che si rivolgono al pubblico italiano?

L’impatto sul mercato dell’influencer marketing

Il mercato italiano dell’influencer marketing, valutato in oltre 300 milioni di euro nel 2023, si trova di fronte a una ristrutturazione profonda. Le agenzie specializzate dovranno adeguare i propri processi per garantire la compliance normativa, mentre le piattaforme di intermediazione dovranno implementare filtri per distinguere tra influencer certificati e non.

Paradossalmente, questa regolamentazione potrebbe portare a una maggiore concentrazione del mercato. I piccoli creator, pur non raggiungendo le soglie per essere considerati “rilevanti”, potrebbero trovarsi in difficoltà nel competere con professionisti certificati, creando una polarizzazione tra mega-influencer regolamentati e micro-influencer informali.

Prospettive e sviluppi internazionali

L’Italia si posiziona all’avanguardia in Europa nella regolamentazione del settore influencer, anticipando probabilmente una tendenza che vedrà altri Paesi seguire percorsi simili. La Francia ha già introdotto normative specifiche, mentre la Commissione Europea sta valutando l’opportunità di una direttiva comunitaria sul tema.

L’evoluzione tecnologica, con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa e degli influencer virtuali, porrà ulteriori sfide regolamentari. Come classificare un influencer creato interamente da algoritmi? Chi sarà responsabile dei contenuti generati da AI?

Si va verso una maturità del settore?

L’istituzione del registro AGCOM rappresenta un passaggio fondamentale verso la maturità del settore dell’influencer marketing in Italia. Se da un lato comporta maggiori oneri e responsabilità per i content creator, dall’altro offre loro un riconoscimento professionale che può tradursi in maggiore credibilità e opportunità commerciali.

Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di bilanciare la necessaria tutela dei consumatori con la salvaguardia della creatività e dell’innovazione che caratterizzano il mondo digitale. Solo il tempo dirà se questo equilibrio è stato raggiunto, ma certamente siamo di fronte a una svolta epocale che ridefinirà il rapporto tra influencer, brand e pubblico nel nostro Paese.

Il problema sarà ora nell’implementazione pratica: quanti influencer si registreranno effettivamente? Come reagiranno le piattaforme social? E soprattutto, questa regolamentazione riuscirà a garantire quella trasparenza e tutela dei consumatori che ne hanno motivato l’introduzione? Le risposte a queste domande definiranno il futuro del digital marketing in Italia.

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