L’Unione Europea apre le porte a una nuova era regolamentare dell’intelligenza artificiale. Il Parlamento europeo ha votato a favore della prima normativa che disciplinerà l’utilizzo dell’IA nel continente. L’approvazione della legge è stata raggiunta con una schiacciante maggioranza di 499 voti favorevoli, segnando un importante passo avanti verso la definizione di un quadro normativo chiaro e coerente per gestire l’impatto sempre più pervasivo dell’intelligenza artificiale nella società contemporanea.
AI Act: divieto di riconoscimento facciale e altri aspetti chiave della normativa sull’IA
L’AI Act rappresenta una pietra miliare per l’Europa, che si colloca al primo posto a livello mondiale nell’adozione di una regolamentazione specifica sull’IA. La normativa proibisce ora il riconoscimento facciale in spazi accessibili al pubblico, suscitando un acceso dibattito tra i rappresentanti politici dell’Unione.
Inizialmente, il Partito Popolare Europeo aveva presentato due emendamenti al fine di modificare la sezione del testo che riguardava il divieto di riconoscimento facciale. Gli emendamenti miravano a consentire alle forze dell’ordine di utilizzare l’identificazione biometrica remota in circostanze eccezionali e particolari. Tuttavia, la proposta è stata respinta dal Parlamento europeo, che ha sostenuto l’adozione di misure più restrittive per tutelare i diritti individuali e la privacy dei cittadini.
Il trilogo: negoziazione cruciale tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla regolamentazione dell’IA
Il percorso legislativo ora si sposta verso il cosiddetto “trilogo“, una fase negoziale che coinvolgerà le tre principali istituzioni dell’Unione Europea: il Parlamento, il Consiglio (rappresentante degli Stati membri) e la Commissione europea. Il negoziato si preannuncia complesso e delicato, poiché si dovranno bilanciare le esigenze di sicurezza, sviluppo tecnologico ed etica.
Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato interno, ha espresso la necessità di agire rapidamente e responsabilmente, considerando le implicazioni sociali, etiche ed economiche che l’intelligenza artificiale solleva. D’altro canto, Brando Benifei, esponente del Partito Democratico italiano e correlatore del dossier, ha sottolineato l’importanza di sfruttare il potenziale creativo e produttivo dell’IA, pur garantendo la protezione della democrazia e delle libertà fondamentali.
Il futuro dell’Intelligenza Artificiale in Europa: sviluppo responsabile e protezione dei valori umani
La normativa proposta dalla Commissione europea segue un approccio basato sul rischio, attribuendo obblighi specifici ai fornitori e agli operatori di sistemi di intelligenza artificiale a seconda del livello di rischio che tali sistemi presentano. Secondo il Parlamento europeo, saranno vietati i sistemi di intelligenza artificiale che rappresentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone. Pertanto, l’elenco dei divieti è stato ampliato per includere anche l’uso di sistemi di IA predittiva, il riconoscimento delle emozioni e l’influenza degli elettori durante le elezioni.
Una delle restrizioni più significative riguarda l’uso dell’identificazione biometrica remota in tempo reale e a posteriori negli spazi pubblici accessibili. Inoltre, i sistemi di IA basati su caratteristiche sensibili come il genere, la razza, l’etnia, la cittadinanza, la religione e l’orientamento politico sono stati vietati. Queste misure mirano a contrastare l’intrusività e la discriminazione che possono derivare dall’utilizzo di tali sistemi.
L’AI Act – la legge europea sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale – si spinge oltre, includendo anche i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media con oltre 45 milioni di utenti. Questa scelta evidenzia l’attenzione dell’Unione Europea nei confronti delle problematiche legate alla manipolazione dell’opinione pubblica e all’influenza dei processi decisionali democratici attraverso l’utilizzo dei dati personali.
La strada verso una regolamentazione completa dell’intelligenza artificiale in Europa è ancora lunga e complessa. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra gli interessi delle industrie tecnologiche, la tutela dei diritti dei cittadini e la promozione di uno sviluppo sostenibile e responsabile. L’Unione Europea si trova ora di fronte a una sfida cruciale: creare un quadro normativo all’avanguardia che favorisca l’innovazione e la competitività, senza trascurare i valori fondamentali di democrazia, libertà e tutela dei diritti umani.