Cos’è la blockchain: la tecnologia che sta riscrivendo le regole del digitale
Cos’è la blockchain? Scopri come funziona la tecnologia che elimina intermediari, garantisce sicurezza e abilita Web3, criptovalute e smart contract.
Nel 2008, mentre il sistema finanziario globale crollava sotto il peso di debiti tossici e banche fallite, qualcuno da qualche parte stava scrivendo codice. Un codice che avrebbe risposto a una domanda semplice: e se non avessimo più bisogno di fidarci delle banche?
Il 3 gennaio 2009 nasceva Bitcoin. E con esso, la blockchain.
Oggi, 298 nuovi progetti blockchain sono stati avviati nel solo 2024. Il 41% delle aziende Fortune Global 500 sta sperimentando questa tecnologia. Ma cos’è la blockchain, davvero? E perché tutti ne parlano?
Proviamo a fare ordine.
Cos’è la blockchain: definizione e significato
La blockchain è letteralmente una “catena di blocchi”. Sfrutta una rete informatica di nodi – computer sparsi per il mondo che mantengono una copia del registro – per gestire e aggiornare informazioni in modo univoco e sicuro. Senza bisogno di un’autorità centrale.
Niente banche. Niente notai. Niente intermediari fidati.
La blockchain fa parte della famiglia delle Distributed Ledger Technology (DLT), sistemi basati su un registro distribuito che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Ogni nodo ha una copia. Ogni modifica viene registrata ovunque. Nessuno controlla tutto.
Ma cos’è la blockchain in termini pratici? È un modo per far sì che persone che non si conoscono possano scambiarsi valore senza doversi fidare l’una dell’altra. Il sistema stesso garantisce l’affidabilità.
La blockchain può essere usata per disintermediare interazioni di varia natura. Può eliminare intermediari o creare processi più sicuri. Può introdurre nuovi modelli di interazione tra aziende, governi, persone.
Come funziona la blockchain: i meccanismi dietro la tecnologia
La blockchain è una struttura dati che contiene una sequenza di transazioni raggruppate in blocchi concatenati. Le transazioni da includere e il loro ordine vengono stabiliti tramite un meccanismo di consenso.
Questo meccanismo si basa su incentivi e disincentivi economici, attuati tramite asset contabilizzati nella blockchain stessa. Nelle piattaforme permissionless, chiunque può partecipare. Per aggiungere una transazione, questa deve essere firmata dall’emittente tramite un wallet, un dispositivo di firma.
La sicurezza si basa su tecniche crittografiche. Ogni blocco è collegato al precedente tramite algoritmi di hash che creano impronte digitali univoche. Modificare i dati storici diventa impossibile. O quasi.
Ogni utente possiede una coppia di chiavi crittografiche matematicamente collegate. La chiave pubblica può essere condivisa liberamente e funge da indirizzo per ricevere transazioni. La chiave privata deve rimanere segreta e viene usata per firmare digitalmente le transazioni.
Gli account sulla blockchain sono costituiti da:
- Una chiave pubblica (l’equivalente di un IBAN)
- Una chiave privata (l’equivalente della password)
- Una seed phrase (una sequenza di parole che permette di rigenerare tutte le chiavi private, fondamentale per il recupero)
Perdere la chiave privata significa perdere per sempre l’accesso ai propri fondi. Non esiste un “recupera password”. Non c’è nessuno da chiamare.
Gli smart contract: codice che si esegue da solo
Il concetto di smart contract esiste da prima della blockchain. Ma è questa tecnologia ad aver esaltato le potenzialità dei “contratti intelligenti”.
Gli smart contract non sono documenti. Sono insiemi di istruzioni espresse in linguaggio informatico, visibili a tutti, che vengono eseguite automaticamente da una rete blockchain al verificarsi di eventi predeterminati. Una volta attivato, un smart contract non si può fermare.
In alcune piattaforme uno smart contract può ricevere e inviare transazioni. Nel settore assicurativo, per esempio, dopo che un cliente ha fornito tutta la documentazione per un reclamo, il sistema liquida e paga automaticamente il sinistro. Nessun operatore. Nessuna attesa. Nessuna trattativa.
Certo, esistono limiti. La gestione di contratti complessi è difficile. Il riconoscimento giuridico di questi strumenti è ancora incerto. Contratti troppo complessi aumentano il rischio di errori nel codice. E un errore può costare milioni.
Token e wallet: gli strumenti della blockchain
I token sono unità digitali che rappresentano qualsiasi cosa: il diritto di voto, un’opera d’arte, un biglietto, un abbonamento, la proprietà di una casa.
Non tutto nasce nativamente sotto forma di token. La maggior parte del mondo si basa ancora su processi cartacei o garantiti da intermediari. Ma alcune aziende stanno iniziando a sfruttare i token. Il processo di rappresentazione di un bene o un diritto sotto forma di token si chiama “tokenizzazione“.
I wallet blockchain sono dispositivi di firma che permettono agli utenti di custodire token e criptovalute ed effettuare operazioni sulla DLT. Conservano le chiavi private degli utenti. Per effettuare una transazione, l’utente usa il wallet per firmare con la propria chiave privata.
Esistono due tipologie principali:
- Wallet custodial: le chiavi sono gestite da una terza parte. L’utente si fida del provider senza dover conservare autonomamente le chiavi.
- Wallet non custodial: gestiti direttamente dagli utenti, che diventano i soli possessori e responsabili del proprio wallet.
La differenza maggiore sta nel controllo effettivo degli asset. Nel mondo blockchain circola un mantra: “not your keys, not your coins”. Se non possiedi le chiavi, non possiedi davvero le tue criptovalute.
Storia della blockchain: da Bitcoin al Web3
Nonostante le tecnologie dei registri distribuiti fossero già in circolazione, cos’è la blockchain ce lo ha mostrato Bitcoin il 3 gennaio 2009. Da allora sono state condotte numerose sperimentazioni sulle piattaforme esistenti e sui casi d’uso.
Il 2016 è stato l’anno del grande hype mediatico. La stampa ha iniziato a parlarne. Si è diffusa l’idea che la blockchain potesse rivoluzionare il digitale. Questo entusiasmo ha generato un’esplosione dei progetti, spesso accompagnati da ICO (Initial Coin Offering).
Poi l’hype si è esaurito. È arrivato il “Cryptowinter”: crollo drastico delle criptovalute, progetti falliti, normative che hanno messo in difficoltà lo sviluppo delle ICO.
Nel 2020 sono emerse iniziative da parte di banche centrali e governi. Hanno iniziato ad accelerare le sperimentazioni per l’emissione di Central Banks Digital Currencies (CBDC). La Commissione europea ha presentato il Finance Digital Package, con le proposte di regolamento MiCAR e DORA.
Il 2021 ha visto crescere la finanza decentralizzata (DeFi). I crypto-asset hanno acquisito rilevanza grazie all’adozione di alcuni istituti finanziari e alla riscoperta degli NFT.
Nel 2022 si è diffuso il concetto di Web3. Sono cresciute le applicazioni costruite su piattaforme pubbliche.
Il secondo inverno delle criptovalute si è manifestato tra il 2022 e il 2023: prolungato ribasso dei prezzi, crescente sfiducia degli investitori. Ma qui accade qualcosa di curioso. Mentre il mercato speculativo attraversava questa fase di contrazione, le aziende tradizionali hanno mostrato un rinnovato interesse per l’adozione della blockchain nei loro processi operativi.
Il 2024 ha rappresentato un anno di consolidamento. Sotto una superficie apparentemente tranquilla, si è sviluppata un’intensa attività di sviluppo infrastrutturale. Come la posa delle fondamenta di un edificio: progressi meno visibili al pubblico ma fondamentali per costruire le basi di un’adozione più matura.
Perché la blockchain è sicura: le caratteristiche chiave
La blockchain nasce in risposta alla crisi finanziaria del 2008, figlia di un sistema finanziario opaco controllato da pochi attori. Nasce per dare alle persone uno strumento digitale sicuro, trasparente, decentralizzato e disintermediato.
Il mondo della blockchain è vario. Ogni piattaforma ha i suoi vantaggi. Ma è possibile identificare sei caratteristiche comuni a molte di quelle presenti oggi.
Decentralizzazione: nessuno controlla tutto
La decentralizzazione rappresenta il cuore della filosofia blockchain. Le informazioni vengono distribuite su una rete globale di computer interconnessi invece che su server controllati da un’unica entità.
Ogni nodo mantiene una copia completa o parziale del registro. Questa struttura elimina i singoli punti di fallimento. Non c’è un server centrale da hackerare. Non c’è un’autorità da corrompere.
La decentralizzazione riduce drasticamente i rischi associati alla concentrazione del potere. Aumenta la resistenza agli attacchi informatici, alla censura, alla manipolazione dei dati. Rende il sistema più democratico.
Disintermediazione: addio agli intermediari
La disintermediazione elimina o riduce significativamente il bisogno di intermediari tradizionali – banche, notai, broker – attraverso meccanismi crittografici e protocolli di consenso automatizzati.
Le parti coinvolte in una transazione possono interagire direttamente. Questo riduce i costi, aumenta la velocità, mantiene un maggiore controllo sui propri asset.
La disintermediazione è rilevante nei pagamenti internazionali, nel trading di asset digitali e negli smart contract. L’eliminazione degli intermediari può comportare risparmi significativi.
Trasparenza e verificabilità: tutto è visibile
La trasparenza garantisce che ogni transazione registrata sulla blockchain sia accessibile pubblicamente e possa essere esaminata da qualsiasi partecipante della rete.
Questo non compromette necessariamente la privacy. Le identità degli utenti sono spesso protette attraverso pseudonimi crittografici. Ma assicura che tutte le operazioni siano tracciabili e auditabili.
La verificabilità permette a chiunque di controllare l’autenticità e la validità delle transazioni usando strumenti crittografici. Alterare retroattivamente i dati diventa impossibile senza che l’alterazione sia immediatamente rilevabile.
Programmabilità: automazione senza precedenti
La programmabilità è implementata principalmente attraverso gli smart contract. Permette di automatizzare processi complessi senza intervento umano. Riduce errori, costi, tempi.
La programmabilità trasforma la blockchain da un semplice registro di transazioni a una piattaforma computazionale globale capace di eseguire logiche di business sofisticate in modo trasparente.
Immutabilità: ciò che è scritto resta scritto
L’immutabilità costituisce la garanzia finale di integrità dei dati. Viene ottenuta attraverso meccanismi crittografici e protocolli di consenso che rendono estremamente difficile e costoso alterare informazioni già registrate.
Ogni blocco è collegato crittograficamente al precedente attraverso funzioni hash. Modificare qualsiasi elemento richiederebbe la ricalcolazione di tutti i blocchi successivi.
L’immutabilità fornisce certezza temporale e integrità storica. Elementi cruciali per applicazioni che richiedono prove incontrovertibili: certificazione di documenti, tracciabilità di prodotti, gestione di record medici.
Applicazioni della blockchain: dove viene usata oggi
La blockchain e il Web3 stanno rivoluzionando il panorama tecnologico mondiale. Queste tecnologie non si limitano più alla gestione delle transazioni finanziarie. Si estendono in modo trasversale a diverse tipologie di applicazioni.
Le soluzioni innovative possono essere suddivise in tre categorie: Internet of Value, Blockchain for Business, Decentralized Web.
Internet of Value: criptovalute, stablecoin e CBDC
L’Internet of Value si concentra sullo scambio del valore attraverso criptovalute, stablecoin e valute virtuali supportate dalle banche centrali (CBDC).
Bitcoin e le criptovalute
Bitcoin è la prima criptovaluta, ma non è più l’unica. Oggi se ne contano almeno un migliaio. Ethereum, Litecoin, Polkadot, Algorand, Cosmos: nomi ormai noti non soltanto agli addetti ai lavori.
Le criptovalute sono monete digitali decentralizzate che utilizzano tecniche crittografiche per garantire la sicurezza degli scambi. Presentano molti punti di forza ma anche criticità, come la volatilità estrema del loro valore.
Stablecoin: stabilità nel caos
Gli stablecoin sono asset digitali il cui prezzo viene stabilizzato rispetto a un asset di riferimento: una moneta fiat come il dollaro o l’euro, un bene come l’oro, o un indice.
Rappresentano l’incontro tra la versatilità delle criptovalute e la stabilità delle monete a corso legale. Permettono di superare il limite principale delle criptovalute: la volatilità.
L’andamento schizofrenico del mercato delle cripto ha rappresentato il limite più grande alla loro adozione su larga scala. Gli stablecoin superano proprio questa problematica.
CBDC: i governi entrano in gioco
Le CBDC (Central Bank Digital Currency) rappresentano una forma digitale delle valute fiat nazionali, emesse e gestite da banche centrali.
A differenza delle criptovalute, le CBDC non sono decentralizzate ma supportate da un governo. Costituiscono una passività della banca centrale e godono dello stesso status legale delle valute tradizionali.
Consentono trasferimenti digitali diretti senza dover ricorrere ai circuiti di pagamento tradizionali. Ma sollevano questioni legate alla privacy dei cittadini e alla necessità di garantire l’interoperabilità.
In Europa si sta discutendo del Digital Euro, una proposta di valuta digitale emessa dalla Banca Centrale Europea che coesisterebbe con il contante.
Blockchain for Business: efficienza nei processi aziendali
Le applicazioni “Blockchain for Business” si focalizzano su progetti che mirano a efficientare i processi aziendali tradizionali. Trovano applicazione in vari settori: logistica, moda, agricoltura, finanza.
Blockchain nella supply chain
All’interno delle supply chain si possono trovare usi della blockchain molto diversi:
- Gestione sicura di dati condivisi tra funzioni aziendali
- Tracciabilità di prodotti e merci lungo la catena di approvvigionamento
- Scambio di documenti in formato digitale
- Automazione del portale fornitori
- Automazione di contratti e pagamenti lungo la filiera
Tra le applicazioni emergenti spicca il Digital Product Passport (DPP), introdotto dall’Unione Europea. Il DPP funge da registro permanente che documenta l’intero percorso del prodotto: provenienza, materiali utilizzati, impatto ambientale, possibilità di riparazione, procedure di dismissione.
Tokenizzazione degli asset
I token possono rappresentare certificati, prodotti, diritti di accesso o appartenenza. L’applicazione più diffusa riguarda la rappresentazione di asset sulla blockchain, soprattutto asset finanziari.
Numerose iniziative stanno esplorando la tokenizzazione di immobili, crediti di carbonio, orologi di lusso, azioni e obbligazioni. Tra i progetti principali ci sono BUIDL, il fondo tokenizzato di BlackRock su Ethereum, e la piattaforma di Clearstream per strumenti finanziari digitali.
La tokenizzazione degli asset finanziari può aprire la strada a una rivoluzione nel mondo finanziario globale.
Decentralized Web: il futuro di internet
Il Web3 descrive una nuova versione del web basata sulla blockchain e principi come la decentralizzazione, la componibilità delle applicazioni, l’accessibilità dei servizi, la privacy dei dati.
Propone una gestione disintermediata dell’identità. Introduce il concetto di possesso di oggetti “virtuali” su internet. Permette di interagire con applicazioni decentralizzate.
DApp: applicazioni senza server centrale
Le DApp (Decentralized Applications) costituiscono una rivoluzione nell’ambito delle applicazioni online. A differenza delle app tradizionali, sfruttano le piattaforme blockchain e la loro rete distribuita.
Le DApp consentono servizi innovativi, impensabili nel Web2, come il lending peer-to-peer (prestiti tra utenti senza intermediari). Permettono alle persone di utilizzare la propria identità sulla blockchain, consentendo un’interazione disintermediata.
Le categorie più diffuse sono:
- DeFi (finanza decentralizzata)
- Gaming
- Marketplace
- Social network
- Gambling
DAO: organizzazioni senza capi
Le DAO (Decentralized Autonomous Organization) rappresentano un innovativo modello di organizzazione basato sulla blockchain. Sono community online di proprietà collettiva degli stessi membri.
La partecipazione è gestita attraverso token. Ogni possessore può esprimere il proprio voto sulle questioni inerenti alla DAO. Sono entità autonomamente gestite che permettono decisioni democratiche attraverso votazioni decentralizzate.
Un esempio: negli Stati Uniti un gruppo di utenti privati si è riunito in una DAO per acquistare un campo da golf (LinksDao).
NFT: proprietà digitale certificata
Gli NFT (Non-Fungible Tokens) rappresentano un’innovazione nella rappresentazione della proprietà di qualsiasi asset digitale. Basati sulla blockchain, offrono tracciabilità e autenticità attraverso un codice unico.
I primi NFT si sono diffusi nel 2017 con il gioco Cryptokitties, permettendo agli utenti di acquistare, collezionare e scambiare gattini virtuali unici. Questo esempio di “collectibles” digitali ha aperto la strada a un’esplosione del fenomeno.
Nel tempo, gli NFT hanno ampliato la loro portata: arte, finanza, musica, giochi online. La tokenizzazione potrebbe trasformare beni illiquidi in asset rapidamente negoziabili.
Self-Sovereign Identity: il controllo dei propri dati
La Self-Sovereign Identity (SSI) indica un modello di identità digitale decentralizzato basato sulla blockchain, che restituisce agli utenti il controllo sulle proprie informazioni personali.
Il modello SSI mira a superare i limiti dei sistemi di identificazione digitale centralizzati. Consente agli utenti di generare un identificativo univoco, controllato attraverso meccanismi crittografici.
Il funzionamento tecnico si basa su Decentralized Identifiers (DID), Verifiable Credentials (VC) e DID Document. La tecnologia blockchain fornisce la base con vantaggi come il controllo dell’utente sulle informazioni personali, la flessibilità nella creazione di certificati, la riduzione del rischio di frodi.
I rischi della blockchain: cosa può andare storto
Nonostante le numerose potenzialità, cos’è la blockchain senza considerarne anche i limiti?
Dal punto di vista tecnico, i principali problemi riguardano la scalabilità. Molte reti possono processare solo un numero limitato di transazioni al secondo. Questo causa rallentamenti e costi elevati durante i picchi di utilizzo.
Il consumo energetico è particolarmente elevato nelle piattaforme che utilizzano il Proof of Work, un processo dove i computer competono per risolvere complessi calcoli matematici. Richiede enormi quantità di energia elettrica.
Sul fronte della sicurezza, sebbene la blockchain sia intrinsecamente resistente alle manomissioni, rimangono vulnerabilità negli smart contract mal programmati e negli exchange centralizzati. Numerosi attacchi informatici hanno causato perdite milionarie.
La perdita delle chiavi private comporta l’impossibilità definitiva di recuperare i propri fondi. Non esiste un’autorità centrale che possa ripristinare l’accesso. Se perdi la seed phrase, perdi tutto.
Dal punto di vista normativo, l’incertezza regolamentaria in molti paesi crea difficoltà per le aziende. La natura pseudonima delle transazioni solleva preoccupazioni legate al riciclaggio di denaro e al finanziamento di attività illecite.
La volatilità estrema delle criptovalute e la presenza di progetti fraudolenti rappresentano rischi significativi per gli investitori.
I progetti blockchain nel mondo: i dati del 2024
Nel 2024 l’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano ha rilevato un leggero aumento dei progetti avviati da aziende tradizionali a livello globale.
298 nuovi casi (+3,5% rispetto al 2023), portando a 1.576 i casi complessivamente documentati dal 2016 a oggi. Tuttavia si osserva un calo marcato delle sperimentazioni (-43%), segnale di una maturazione dei progetti avviati negli anni precedenti.
Il numero di imprese della classifica Fortune Global 500 attive in progetti blockchain è salito da 153 (31%) nel 2023 a 204 (41%) nel 2024. Ben 51 nuove iniziative lanciate solo nel corso dell’anno.
Per i progetti riconducibili all’Internet of Value, nel 2024 si è registrato un incremento sia in numero (88 nuove iniziative) sia in livello di maturità, con un forte aumento delle iniziative in produzione (+53%) e una riduzione delle sperimentazioni (-37,5%).
I progetti di Blockchain for Business rappresentano la fetta più consistente: 149 iniziative avviate nel 2024, +43% rispetto al 2023. Il trend dominante è la tokenizzazione di asset finanziari, mentre emergono anche iniziative legate ai Digital Product Passport in Europa.
Nel Decentralized Web lo sviluppo procede a due velocità. Le aziende tradizionali mostrano ancora difficoltà nell’adottare modelli decentralizzati (61 nuove iniziative nel 2024, 37 in meno rispetto all’anno precedente). Dall’altro lato startup e attori nativi digitali avanzano con maggiore rapidità: più di 16.000 dapp attive e il TVL (Total Value Locked) della DeFi in continuo aumento.
Domande frequenti su cos’è la blockchain
Cos’è la blockchain in parole semplici?
La blockchain è una tecnologia che permette di registrare informazioni in modo sicuro, trasparente e permanente su una rete distribuita di computer, senza bisogno di un’autorità centrale. Funziona come un registro digitale condiviso dove ogni transazione viene raggruppata in “blocchi” collegati tra loro in una “catena”. Una volta registrati, i dati non possono essere modificati, garantendo sicurezza e affidabilità. La blockchain elimina la necessità di intermediari come banche o notai, permettendo a persone e aziende di scambiarsi valore direttamente.
Quali sono le principali applicazioni della blockchain oggi?
Le applicazioni blockchain si dividono in tre categorie principali. L’Internet of Value include criptovalute come Bitcoin, stablecoin e valute digitali delle banche centrali (CBDC). La Blockchain for Business comprende tracciabilità delle supply chain, tokenizzazione di asset finanziari, gestione documentale sicura e Digital Product Passport. Il Decentralized Web include applicazioni decentralizzate (DApp), finanza decentralizzata (DeFi), NFT per certificare proprietà digitali, DAO per organizzazioni autonome e Self-Sovereign Identity per gestire l’identità digitale senza intermediari.
Bibliografia e fonti
Osservatorio Blockchain & Web3 – Politecnico di Milano
Blockchain: definizione, funzionamento e applicazioni
Report 2024 sui progetti blockchain a livello mondiale (1.576 casi documentati)
Politecnico di Milano – School of Management
Distributed Ledger Technology (DLT): significato e applicazioni
Ricerca accademica su registri distribuiti e implementazioni aziendali
Osservatorio Blockchain & Web3
Storia della blockchain: da Bitcoin al Web3
Analisi dell’evoluzione della tecnologia dal 2009 al 2024
Bank for International Settlements (BIS)
Tokenizzazione di asset tramite blockchain: 6 fasi fondamentali
Framework internazionale per la tokenizzazione di asset fisici e digitali
Banca Centrale Europea (BCE)
Digital Euro: proposta di valuta digitale europea
Documentazione ufficiale sul progetto di euro digitale (Single Currency Package)
Christopher Allen
The Path to Self-Sovereign Identity (2016)
Paper fondativo sul concetto di identità digitale decentralizzata
Ethereum Foundation
Smart Contract: documentazione tecnica
Specifiche tecniche e best practices per contratti intelligenti
Fortune Global 500
Fortune Global 500 companies active in blockchain projects
Analisi delle 204 aziende Fortune 500 (41%) attive in progetti blockchain nel 2024
